Dichiarazione di voto finale
Data: 
Martedì, 30 Luglio, 2024
Nome: 
Marco Simiani

A.C. 1937-A

Grazie, Presidente. Care colleghe e cari colleghi, il DL Infrastrutture è l'ennesimo decreto spot di Salvini. L'Italia, infatti, ha un gap infrastrutturale da risolvere, per quanto riguarda il trasporto sia passeggeri sia merci su rotaia, sul TPL, sulla rete idrica, sulle strade, sui ponti, sulle carceri. Il provvedimento in esame poteva essere lo strumento per risolvere molti problemi ed è, invece, l'ennesimo carrozzone vuoto del Governo Meloni.

Purtroppo, questo decreto non è solo un'occasione persa, è finito per essere come il Salva casa, o cosiddetto Salva abusi: l'ennesimo spot elettorale della Lega sulla pelle degli italiani, con la colpevole complicità di tutta la maggioranza. Basti vedere solo i contenuti: gli unici emendamenti approvati in Commissione sono stati gli stessi, tutti territoriali e, di fatto, sono stati utilizzati dai vari commissari direttamente con i sindaci della Lega. Infatti, il decreto Infrastrutture, in discussione in Commissione ambiente, è solo un provvedimento marchettificio, che non risolve alcuna delle priorità del Paese. Uno strumento normativo disertato dallo stesso Governo che, infatti, delega la presenza ai lavori della Commissione a Sottosegretari spesso all'oscuro dei fatti di cui si discute. Un decreto che, in realtà, si è via via tramutato in un vero e proprio assalto alla diligenza per ottenere risorse per alcuni territori, come dicevo prima, vicini alla destra. Da questo punto di vista, abbiamo potuto misurare bene il nervosismo di una maggioranza dove la Lega l'ha fatta da padrona, mettendo sia Fratelli d'Italia che Forza Italia all'angolo, e razziando il massimo delle risorse possibili per i propri interessi di bottega.

Il PD aveva presentato numerosi emendamenti, che riguardavano le carenze infrastrutturali e il trasporto pubblico di tutta l'Italia, come, ad esempio, la Tirrenica per il Lazio e la Toscana, in particolare i lotti già cantierabili, ma, come sempre avete fatto, avete presentato un ordine del giorno con la stessa frase: “compatibilmente con gli impegni di finanza pubblica”; poi sul rafforzamento dell'autorità del bacino del Po, dove chiedevamo personale aggiuntivo per poter portare avanti i progetti, l'interporto di Termini Imerese, i ponti sul fiume Po, il ponte di Parma, il ripristino del finanziamento dei fondi tagliati alla tramvia di Firenze, il finanziamento del Fondo nazionale del trasporto pubblico, così come del Fondo per quanto riguarda i contratti, il contratto nazionale degli autoferrotranvieri, che ancora non avete finanziato, le risorse aggiuntive per le metropolitane di Roma capitale, maggiori finanziamenti per il trasporto aereo della Sicilia, nuove risorse per i collegamenti insulari - noi sappiamo benissimo quanto è difficile oggi mantenere la continuità territoriale in certe isole, soprattutto quelle più piccole. Nessuno, dico nessuno, di questi emendamenti è stato approvato. Andiamo a guardare e a sviscerare; ne prendo uno, uno a caso: l'emendamento della Lega sullo scalo merci di Alessandria. Noi l'abbiamo votato, non abbiamo niente contro lo scalo merci di Alessandria, anzi riteniamo che vada potenziato, ma quando un decreto è firmato da un Ministro leghista delle infrastrutture, è sostenuto da un altro Vice Ministro leghista delle infrastrutture e viene approvato l'emendamento della Lega dai commissari della Lega, capirete che qualcosa che non funziona c'è. Credo che questo vada chiarito, anche di fronte agli italiani. Altro che autonomia differenziata, questo è salvinismo autoreferenziale allo stato puro.

Va detto, e va detto con buona pace dei colleghi di Fratelli d'Italia e Lega.

Anche nell'azione che abbiamo poi portato avanti, nell'ambito del flop dei commissari, Fratelli d'Italia ha avuto una parziale fetta di torta: infatti, con questo decreto si rafforza, ancora una volta, l'azione commissariale, l'intesa come “amichettismo” della Premier Meloni, che affida tutto a figure di propria fiducia. L'azione commissariale è stata, infatti, sostenuta, anche da parte del PD, in una fase necessaria e delicata come l'emergenza Covid, in determinate situazioni-limite. Oggi questa procedura va gradualmente limitata e comunque concertata con gli enti territoriali e le regioni; la destra, però, continua a commissariare tutto.

È bene ricordarlo, i commissari straordinari non sono un'invenzione di Giorgia Meloni, la figura è destinata a realizzare specifici obiettivi. È una legge che fu creata nel 1998 e replicata sicuramente decine di volte in più diversi ambiti, anche grazie a specifiche norme di settore. Per avere un termine di paragone, però, si deve ricordare che, nel 2020, il Governo “Conte 2” vantava 32 commissari. Fatta questa premessa torniamo ad oggi: se il “Conte 2” aveva 32 commissari, Meloni raddoppia; infatti il sito di Palazzo Chigi certifica 58 plenipotenziari di nomina governativa, alcuni pagati, alcuni no, alcuni con possibilità di agire con poteri di deroga ordinari, altri no. A loro vanno aggiunti - non solo nell'ultimo mese e, se guardiamo il sito, ancora non figurano - addirittura altri 2 Commissari sicché arriviamo a 60 commissari nominati dal Governo Meloni. C'è un'anomalia e io la voglio dire: la maggior parte di loro però non serve e non è in grado di esercitare i propri compiti, come il commissario per l'emergenza della peste suina che ha annunciato, pochi giorni fa, le dimissioni, perché l'incarico se si è rilevato troppo impegnativo; o il commissario alla siccità che in questo caso ha solo il nome giusto, quello dell'acqua, ma per il resto oggi non sta dando risposte, anzi sembra più un'attività di consulenza che di commissario, visto quello che sta succedendo in Sicilia e in Basilicata; sicché non c'è spazio per la pianificazione e l'occupazione di poltrone, che risultano, come sapete, tutte inutili.

Poi l'altra cosa è il ponte, io lo voglio dire chiaramente. Oggi per il ponte c'è zero coinvolgimento dei cittadini e degli enti locali: 239 prescrizioni della Via e non avete dato neanche una risposta in questo decreto; delle fasi costruttive, invece di andare a lotti funzionali, cosa che completamente non esiste - s'è vista solamente in questo mondo - col rischio di creare ecomostri; soprattutto, c'è una nuova norma sugli espropri, direttamente unica per i territori dello Stretto di Messina, che prescrive che si possa arrivare fino a 40 milioni - perché se ci fosse la necessità di 41 o 42, cosa si fa? Non si pagano queste persone? Che discorso è? -. Ecco perché è assurdo tutto quello che state facendo, è assurdo per il fatto che, oggi, il ponte sullo Stretto, visto come viene fatto, è un obbrobrio. Noi non è che eravamo contro, eravamo anche a favore di uno studio e di un ragionamento serio, ma questo Governo non è assolutamente in grado, oggi, di portare avanti l'opera, che sicuramente potrebbe essere anche importante per quei territori. Tuttavia, da parte vostra, non c'è nessuna intenzione di fare le cose perbene. Ecco perché noi diremo assolutamente no a questo decreto e a questo atteggiamento di gestire le risorse di finanza pubblica, soprattutto sul tema delle infrastrutture. Noi siamo per la programmazione, affinché le opere si programmino e si progettino insieme alle regioni e agli enti locali, non solamente da parte di gestioni centrali, che non servono assolutamente a niente e che portano ad una difficoltà per i territori. Noi voteremo contro questo decreto